Omicidio a l’Aquila: per l’eredità contesa investe  volontariamente con l’auto il fratello

Omicidio a l’Aquila: per l’eredità contesa investe  volontariamente con l’auto il fratello

(wn24)-L’Aquila – Ieri  un omicidio incredibile: Stefano Lanciani, investito volontariamente con l’auto dal fratello Davide, al termine di una violenta lite. Alla base della tragedia un’eredità contesa.

Così è morto Stefano Lanciani, 59 anni, ucciso dal fratello Davide, di 55, dopo una violenta lite, prima le botte con un martello e poi l’investimento del fratello con la macchina, più volte.

Il tutto attorno alle 11 in una via parallela di via antica Arischia, sotto al Cavalcavia dell’autostrada. Sull’omicidio, l’aggressore è stato subito arrestato, emergono i primi particolari. Alla base della lite l’eredità probabilmente. Gli attriti sarebbero nati dopo la morte del padre Mario, avvenuta l’anno scorso. A quanto pare l’oggetto della discordia potrebbe essere l’appartamento del padre o, si dice, anche l’eredità da gestire che però pare fosse gravata da debiti. Su tanti aspetti della vicenda stanno indagando i carabinieri, sotto la direzione del sostituto procuratore, la dottoressa D’Avolio. L’omicida e’ in carcere, l’accusa e’ di omicidio volontario.

La vittima era professore all’Itis e all’ipsiasar e ieri mattina come sempre sarebbe dovuto entrare in aula dai suoi ragazzi. La moglie, Marinella Lozzi, è insegnante di religione. Lanciani lascia pure il figlio Simone. L’aggressore invece era un dipendente della Thales Alenia Space. Tutta la comunità scolastica e’ sconvolta. Una strada, quella dove è avvenuto l’omicidio, teatro negli ultimi anni di diversi fatti di sangue.

Secondo la ricostruzione dei fatti fornita dai familiari, Davide Lanciani si sarebbe recato sotto casa del fratello per parlare. Sarebbe stato proprio il figlio Simone ad avvertirlo della presenza dello zio. Già lì il primo alterco, poi il professore sale in auto e viene inseguito dal fratello. Il resto è storia nota, sotto gli occhi di diversi passanti.

Una curiosità: è stato il Gps che aveva il figlio a segnalare l’incidente del padre. La centrale operativa contatta Lanciani che non risponde e poi il figlio che si precipita in via Peltuinum ma il papà non c’è, morirà di lì a poco in ospedale, e lo zio è stato arrestato.

Una tragedia familiare enorme, sotto gli occhi di tutti i testimoni, compresa una donna con la figlia che spaventata si rifugia nella casa di un’anziana signora. A bloccare l’omicida due allievi finanzieri che si trovavano a passare.

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