Marche. Progetto “Pesaro 2024”: alla Galleria Rossini si inaugura “11.39 Ri-Creazione”

Marche. Progetto “Pesaro 2024”: alla Galleria Rossini si inaugura “11.39 Ri-Creazione”

(wn24)-Pesaro – Si inaugura venerdì 6 settembre alle 18.30 alla Galleria Rossini (via Rossini 38) ‘11.39 Ri-Creazione’, la mostra nata dal progetto ‘Valigie Digitali’, ideato e realizzato da VersoLab APS in collaborazione con Labirinto cooperativa sociale e Liceo Artistico Mengaroni, nell’ambito di Pesaro 2024 – Capitale italiana della cultura. Il progetto utilizza diversi linguaggi artistici per sviluppare nuove prospettive sul rapporto tra esperienza e rappresentazione, ricostruendo insieme a un gruppo di giovani del territorio e stranieri, narrazioni artistiche personali in cui possano riconoscersi.

Alla conferenza stampa erano presenti: per il Comune di Pesaro, Daniele Vimini vicesindaco e assessore alla Cultura e Camilla Murgia assessora alle Politiche Educative e Giovanili; Christian Gretter responsabile progetti e sviluppo di Labirinto cooperativa sociale l’antropologo Tommaso Sbriccoli presidente di VersoLab APS e responsabile scientifico del progetto Valigie Digitali, Gabriella Carpentiero, archeologa e graphic designer, curatrice della mostra “Valigie Digitali – 11.39 Ri-Creazione”,

Ha aperto Daniele ViminiValigie Digitali è uno dei progetti che più abbiamo voluto all’interno del dossier di Pesaro 2024, che mette insieme più soggetti e diversità, ed è caratterizzato da una formula originale: a partire dal digitale si arriva ad un racconto che esce dalla sfera personale e diventa dimensione collettiva. E’ incentrato principalmente sulle esperienze dei migranti, con un livello orizzontale ampio che incrocia umanità da diverse parti del mondo ponendo l’attenzione su ciò che contiene uno strumento piccolo come la sim del cellulare, da qui nasce tutto. Dal digitale – dimensione di solito segnata da un consumo velocissimo -, si arriva invece ad un progetto artistico profondo e radicato. La mostra naturalmente è una delle mille possibilità di restituzione di tutto questo processo, in linea con lo spirito della 2024 che vuole offrire spunti per nuovi filoni di narrazione.

Tommaso SbriccoliValigie digitali è un progetto sviluppato inizialmente con i rifugiati, incentrato sulla narrazione personale e autonoma delle loro storie a partire dai materiali contenuti nei loro cellulari e social. Qui a Pesaro abbiamo lavorato invece con adolescenti, sia locali che stranieri, sempre partendo dalle loro memorie digitali. Il risultato finale, di altissimo valore umano e artistico, espone il processo di trasformazione artistica del tempo che catturiamo distrattamente nei nostri telefoni in qualcosa di profondo e personale, in esperienza collettiva, prolungando l’istante di uno scatto nella durata di un racconto.

Ha continuato Gabriella Carpentierola mostra raccoglie 16 opere individuali e una collettiva, e mette insieme linguaggi differenti offrendo una narrazione multimediale e complessa delle esperienze e delle emozioni dei giovani artisti. ‘Valigie Digitali – 11.39 Ri-Creazione’ è un viaggio affascinante nel mondo di una generazione che mostra, andando oltre gli stereotipi e pregiudizi che la riguardano, una fantastica forza narrativa e espressiva e che riesce, partire dalle proprie esperienze, ad offrire dei racconti profondi che parlano a tutti.

Questo progetto ha permesso di fare emergere il valore insito nei viaggi che i nostri ragazzi sono costretti a fare per cercare una vita migliore: così Christian GretterSfumature, versi, canzoni, visioni per raccontare storie di paure, sogni e desideri. Valigie Digitali ha permesso ai minori stranieri non accompagnati di scrollarsi di dosso l’etichetta di migrante rendendoli adolescenti esattamente come le ragazze e i ragazzi dell’Istituto Mengaroni con cui abbiamo interagito per l’ideazione e realizzazione della mostra. Grazie a questo progetto vogliamo far conoscere e condividere con il territorio i servizi che offriamo come Labirinto a favore delle giovani persone migranti. L’arte diventa uno strumento che ci permette di realizzare una reale inclusione. L’incontro tra giovani del territorio e stranieri è importante per tutte e per tutti: diventa l’occasione per seguire le tracce di un racconto condiviso, un filo che unisce differenti esperienze, come illustra un’immagine esposta di 11.39 Ri-creazione.

Dare voce ai ragazzi in questo momento storico è una ricchezza aggiuntiva quando si parla di patrimonio culturale e artistico: ha sottolineato Camilla MurgiaSono molto emozionata a pensare che questa mostra racconti degli spaccati di vita e anche il nome Valigie Digitali è una formula innovativa. Solitamente in valigia si mette l’essenziale, ancor più pensando ai nostri migranti – anche quelli del Novecento -, e quindi i contenuti delle valigie rappresentano uno sguardo sulla vita dei loro possessori. Aver dato la possibilità ai migranti e ai ragazzi del Mengaroni di mettersi in gioco, dà a noi adulti un’occasione di conoscenza rispetto al loro mondo e alla loro prospettiva su ciò che li circonda. Quindi anche la mostra è un’occasione per costruire un immaginario nuovo che ci condurrà nella Pesaro e nella ‘Italia del futuro. Grazie a Pesaro 2024 che lancia sempre nuove sfide di racconto della cultura e della società.

A sintetizzare perfettamente lo spirito di Valigie Digitali, due battute di Anna Grasso, studentessa del Mengaroni che ha partecipato al laboratorio: è stata una bella esperienza perché ci ha dato la possibilità di conoscere persone nuove ma anche di conoscere meglio noi stessi. Aprendoci e mostrando ciò che avevamo nel nostro telefono – qualcosa di molto privato – ci siamo messi in gioco e abbiamo avuto la possibilità di raccontare chi siamo e cosa ci importa veramente, cosa che non sempre accade sui banchi di scuola. Anche con i ragazzi migranti è stata un’opportunità di scambio molto intenso e profondo.

Il progetto

Nel mondo contemporaneo i ricordi, gli incontri, le esperienze, persino le attività quotidiane, sono sempre più dematerializzati. Ogni giorno attraversiamo la realtà fotografandola e gli smartphone sempre di più ci permettono di registrare, o talvolta persino vivere, ciò che ci avviene. Le nostre memorie digitali si accumulano su cloud, gallerie e social, creando enormi archivi in cui la nostra esperienza si dispone in frammenti, fotogrammi che finiscono spesso dimenticati. Il processo creativo sviluppato in questo percorso si è basato sul bagaglio esperienziale, materiale e immateriale, e sugli archivi digitali, il principale luogo di raccolta della memoria dei giovani, attraverso cui ricordano il proprio passato, costruiscono le proprie aspettative, immaginano la propria identità e gestiscono il proprio vissuto quotidiano. Valigie Digitali è un progetto artistico e culturale partecipativo che, partendo dai materiali contenuti nelle sim card e nelle piattaforme social dei partecipanti al laboratorio, utilizza fotografia, video, scrittura e suono per sviluppare nuove prospettive sulle loro storie. Così facendo si propone di mettere in discussione le rappresentazioni preconcette prodotte dal discorso pubblico e dai mass-media e riflettere sul rapporto tra esperienza, archivio, narrazione e identità.

Il laboratorio

L’artista visuale Daniela Neri, la grafica Gabriella Carpentiero e il ricercatore sociale Tommaso Sbriccoli, hanno lavorato insieme al bagaglio digitale di un gruppo di 18 giovani tra i 16 e i 18 anni, studentesse e studenti del Liceo Mengaroni e giovani migranti non accompagnati, accolti nel Sistema Accoglienza Inclusione (SAI) gestito da Labirinto cooperativa sociale. Il percorso si è articolato in 12 incontri – da febbraio e aprile 2024 – focalizzati sullo studio della produzione digitale dell’immagine e dei codici di rappresentazione.

La mostra

Curata da Daniela Neri e Gabriella Carpentierola mostra espone le narrazioni multimediali dei percorsi esistenziali dei partecipanti al laboratorio. Le opere danno forma ai pensieri, esperienze ed emozioni dei giovani artisti, partendo da un dettaglio. Ragazze e ragazzi si sono confrontati con questioni tecniche e estetiche, hanno affrontato un viaggio attraverso le emozioni che le scelte artistiche e narrative compiute hanno acceso in loro, nei loro compagni e in chi, alla fine, potrà osservare le loro opere. Tra i lavori esposti, un’immagine è la sintesi di “un luogo importante”: un insieme di luoghi cuciti a mano tra di loro, per rappresentare la possibilità di creare un racconto condiviso ovunque vi sia dialogo, un filo che unisca differenti esperienze. Curiosità sul titolo: durante i laboratori artistici al Liceo Mengaroni, alle 11.39 suonava la campanella della ricreazione. Momento di attesa sospesa, che scoccava in un tempo dispari, un’ora inusuale, l’intervallo di metà mattina è divenuto il simbolo del lavoro svolto assieme. 11.39 Ri-creazione espone il processo di trasformazione artistica del tempo che catturiamo distrattamente nei nostri telefoni, in qualcosa di profondo e personale, in esperienza collettiva. Dopo l’inaugurazione, da sabato 7 settembre fino al 13 ottobrel’esposizione sarà visibile con orario: martedì, mercoledì, giovedì 16-19, venerdì, sabato, domenica 10 – 13 / 16.00 – 19.00; ingresso libero e gratuito. L’apertura è possibile grazie ai volontari di Pesaro 2024 e ai ragazzi del Mengaroni che hanno partecipato al progetto.

BIO

Daniela Neri è nata a Siena nel 1973. Allieva dell’Istituto Marangoni, il suo lavoro si concentra principalmente su temi legati alle migrazioni e alla memoria. Ha lavorato in numerosi progetti europei, tra cui ”Playing Identities. Migration, Creolisation, Creation” (2009-2011), e  “See Tell Listen, improving refugee’s digital literacy through photovoice and storytelling” (2018-2020). Tra 2012 e il 2015 segue il progetto “The future of the rural world? Indian villages, 1950-2015”  della  SOAS (University of London), indagando un piccolo villaggio del Madhya Pradesh ed esponendo il lavoro alla Brunei Gallery di Londra. Ha lavorato con vari archivi fotografici, realizzando progetti e mostre per diversi Istituti, come il fondo Franco Fortini, l’Archivio Storico dell’ex O.P. San Niccolò e il dipartimento di Archeologia dell’Università di Siena. Nel 2016 è tra i fondatori dell’Associazione VersoLab, creata con il preciso intento di promuovere attività culturali legate alle migrazioni, e con cui ha ideato e sviluppato progetti come “Le valigie digitali” ed il Festival “Voci Migranti”.

Tommaso Sbriccoli è nato a Treia (MC) nel 1978, ma è cresciuto a Milano. Dal 1999 si trasferisce a Siena, dove si laurea in antropologia e, nel 2009, ottiene un dottorato di ricerca nella stessa disciplina. Dal 2003 fa ricerca in India nel Nord e dal 2009 inizia ad occuparsi di migrazione in Italia, divenendo nel tempo uno dei maggiori esperti italiani di migrazione dal Sud Asia. Al momento insegna Antropologia dell’Asia Meridionale presso l’Università di Siena ed è ricercatore presso UCL (University of London) all’interno del progetto “EXORT”, che analizza le pratiche estortive in 22 paesi del mondo.  Nel 2016 fonda assieme ad altri artisti, ricercatori e professionisti l’Associazione VersoLab, che promuove attività culturali partecipative legate alle migrazioni e con il quale sviluppa il progetto “Valigie Digitali” e il Festival “Voci Migranti”.

Gabriella Carpentiero è nata a Caserta (CE) nel 1979 e si è trasferita a Siena nel 1998, dove si è laureata in archeologia e ha proseguito gli studi con un dottorato in Conservazione dei Beni Architettonici e uno in Archeologia Classica. Si è occupata di archeologia classica in Nordafrica e in Vicino Oriente dove ha frequentato e portato avanti per anni numerose missioni di scavo e di ricerca. Si è avvicinata alla fotografia e poi si è dedicata al graphic design prima come autodidatta e poi diplomandosi in Grafica per la Comunicazione all’Istituto Europeo del Design di Firenze nel 2021. È autrice del progetto grafico e del design dei quaderni So’quadro e Spiffero realizzati nel 2022 a Siena come rivisitazione dei colori e degli stemmi delle contrade. Da anni lavora nell’ambito degli allestimenti museali e del graphic design e si è occupata della progettazione scientifica e allestitiva e dell’identità visiva di mostre temporanee e musei tra il Museo Alle Origini del Chianti, inaugurato nel 2024 a Gaiole in Chianti.

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